{"id":38545,"date":"2023-12-04T10:00:00","date_gmt":"2023-12-04T08:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.ipsen.com\/it\/?post_type=press_release&p=38545"},"modified":"2024-04-10T11:53:19","modified_gmt":"2024-04-10T09:53:19","slug":"ricerca-su-ictus-e-qualita-di-vita","status":"publish","type":"press_release","link":"https:\/\/www.ipsen.com\/it\/press-releases\/ricerca-su-ictus-e-qualita-di-vita\/","title":{"rendered":"Da una nuova indagine europea su 500 persone che affrontano il post-ictus emergono sfide e grandi bisogni informativi"},"content":{"rendered":"\n
Il 25% degli intervistati pi\u00f9 giovani, tra i 30 e i 44 anni, ha dovuto lasciare il lavoro o ridurre l\u2019orario a causa dell\u2019ictus (34%).<\/p>\n\n\n\n
Milano, 4 dicembre 2023<\/strong>: <\/strong>Ipsen (Euronext: IPN; ADR: IPSEY) rivela i risultati di una nuova ricerca che fa emergere la difficile realt\u00e0 affrontata da coloro che sono stati colpiti da un ictus e dai loro familiari. \u201cQuesta indagine europea<\/em> \u2013 afferma Paola Mazzanti<\/strong>, Direttore Medico di Ipsen Italia\u2013 mostra la necessit\u00e0 di un maggiore coordinamento dei vari soggetti coinvolti nella fase post-ictus per assicurare la massima tempestivit\u00e0 nell\u2019intervento e nei trattamenti riabilitativi. Ipsen da oltre 30 anni \u00e8 impegnata su questo fronte con una terapia mirata per il trattamento della spasticit\u00e0 post-ictus, una condizione che ancora oggi, solo nel nostro Paese, colpisce oltre il 30% di coloro che hanno superato la fase acuta\u201d. <\/em><\/p>\n\n\n\n <\/em>Ogni anno, in Italia, sono 100mila le persone colpite da ictus. Di loro, 45mila riportano disturbi neurologici spesso invalidanti, come la spasticit\u00e0. I trattamenti riabilitativi, soprattutto se intrapresi precocemente, sono in grado di permettere al paziente il ripristino di molte delle funzionalit\u00e0 compromesse e il recupero di una buona qualit\u00e0 di vita. Ad oggi, solo il 18% dei pazienti che sopravvivono ad un ictus riceve una diagnosi di spasticit\u00e0 e soltanto 5.000 di essi beneficiano del corretto trattamento.<\/p>\n\n\n\n <\/em>Il Past President dell\u2019associazione A.L.I.Ce. Italia O.D.V., Associazione per la lotta all\u2019ictus cerebrale, Nicoletta Reale<\/strong>, ha aggiunto: \u201cNel nostro Paese oltre 900 mila persone portano gli effetti invalidanti dell\u2019ictus. La Giornata internazionale delle persone con disabilit\u00e0, celebrata domenica 3 dicembre, e l\u2019indagine promossa da Ipsen, sono utili per aumentare l\u2019informazione su questa malattia e le sue conseguenze oltre che per sollecitare una pi\u00f9 stretta comunicazione tra i medici, gli stessi pazienti e i parenti, sapendo che la tempestivit\u00e0 dell\u2019intervento e il giusto trattamento possono migliorare molto la qualit\u00e0 della vita di chi sopravvive all\u2019ictus\u201d.<\/em><\/p>\n\n\n\n L\u2019indagine
L\u2019indagine, condotta a livello europeo su oltre 500 pazienti reduci da un ictus, ha evidenziato che 9 persone su 10, tra quelle con occupazione lavorativa al momento dell\u2019evento acuto, hanno sub\u00ecto un impatto negativo nella loro attivit\u00e0. In particolare, i dati mostrano che i giovani tra i 30 e 44 anni sono i pi\u00f9 colpiti in termini di impatto sulla carriera: circa 1 persona su 3 (34%) ha dichiarato di aver ridotto il proprio orario di lavoro e 1 su 4 (25%) \u00e8 stata costretta ad abbandonare del tutto il lavoro.
Lo studio evidenzia, inoltre, l\u2019impatto che l\u2019ictus ha sulla vita lavorativa dei familiari del paziente che, per quanto riguarda in particolare l\u2019Italia, indica che il 35% ha dovuto assentarsi dal lavoro per prendersi cura del congiunto, e il 12% ha dovuto rinunciare al lavoro per pi\u00f9 di un anno.
Restando in Italia, emerge che circa la met\u00e0 delle persone intervistate (49%) spera in un miglioramento della mobilit\u00e0, e il 48% vuole prevenire un altro ictus; il 36% desidera un miglioramento della funzione cognitiva, il 29% la riduzione del dolore e il 23% il miglioramento del linguaggio.
Per quanto riguarda l\u2019informazione ricevuta dagli specialisti, in particolare sul deterioramento cognitivo come conseguenza a lungo termine di un ictus, circa il 30% degli intervistati in Italia ha dichiarato che l\u2019informazione \u00e8 arrivata nel corso di visite di follow-up.<\/p>\n\n\n\n
<\/strong>L\u2019indagine \u00e8 stata effettuata nel Regno Unito, Spagna, Francia, Italia e Germania dalla societ\u00e0 di ricerche di mercato britannica Censuswide, intervistando 516 persone colpite da ictus negli ultimi tre anni. Per andare incontro ai problemi di mobilit\u00e0, gli intervistati sono stati aiutati dai loro caregiver a compilare il questionario per loro conto. Agli intervistati sono state poste domande sulle loro esperienze di cura e riabilitazione post-ictus. Il sondaggio \u00e8 stato condotto tra il 20 e il 25 settembre 2023.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"","protected":false},"author":42,"template":"","categories":[56],"tags":[],"class_list":["post-38545","press_release","type-press_release","status-publish","has-post-thumbnail","hentry","category-comunicato-stampa","entry"],"acf":[],"yoast_head":"\n