Nivolumab in associazione con cabozantinib mostra un beneficio duraturo in termini di sopravvivenza e tassi di risposta nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato nello studio di fase 3 CheckMate -9ER

Nivolumab in associazione con cabozantinib mostra un beneficio duraturo in termini di sopravvivenza e tassi di risposta nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato nello studio di fase 3 CheckMate -9ER

Ad un follow-up mediano di 2 anni, nivolumab in associazione con cabozantinib continua a dimostrare una sopravvivenza libera da progressione, una sopravvivenza globale e tassi di risposta obiettiva superiori rispetto a sunitinib.

In un’analisi distinta del CheckMate -9ER, i pazienti trattati con nivolumab in associazione con cabozantinib riportano un miglioramento statisticamente significativo della qualità di vita correlata allo stato di salute.

I dati sugli attuali benefici in termini di efficacia ed esiti riportati dai pazienti saranno presentati al Genitourinary Cancers Symposium dell’ASCO 2021.

(Roma e Milano, 10 febbraio 2021) – Bristol Myers Squibb e Ipsen annunciano i risultati di nuove analisi dello studio registrativo di fase 3 CheckMate -9ER, che dimostrano il mantenimento di benefici clinicamente significativi in termini di efficacia e miglioramento della qualità di vita con l’associazione di nivolumab e cabozantinib, rispetto a sunitinib, nel trattamento di prima linea del carcinoma a cellule renali (RCC) avanzato. Questi dati saranno presentati in due poster al Genitourinary Cancers Symposium dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) 2021, che si terrà in forma virtuale dall’11 al 13 febbraio 2021, e saranno illustrati nella Poster Highlights Session il 13 febbraio (9 a.m. – 9.45 a.m. EDT).1

Abstract #308

Nivolumab + cabozantinib (NIVO+CABO) vs. sunitinib (SUN) for advanced renal cell carcinoma (aRCC): outcomes by sarcomatoid histology and updated trial results with extended follow-up of CheckMate -9ER (Motzer, et al.)2

Con un follow-up mediano di 2 anni (23,5 mesi), nivolumab in associazione con cabozantinib continua a mostrare una sopravvivenza libera da progressione (PFS), un tasso di risposta obiettiva (ORR) e una sopravvivenza globale (OS) superiori rispetto a sunitinib, con un basso tasso di eventi avversi correlati al trattamento (TRAE) che hanno portato a interruzione del trattamento. Non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza con l’estensione del follow-up.

Nella popolazione globale dello studio si è osservato:

  • PFS: l’associazione ha raddoppiato la PFS mediana (17,0 mesi vs 8,3 mesi, rispettivamente; HR 0,52; IC 95%: 0,43-0,64), endpoint primario dello studio, rispetto a sunitinib.
  • ORR: quasi il doppio dei pazienti ha risposto a nivolumab in associazione con cabozantinib vs sunitinib (54,8% vs 28,4%).
  • OS: nivolumab in associazione con cabozantinib ha mantenuto i miglioramenti osservati in OS, dimostrando una riduzione del 34% del rischio di morte rispetto a sunitinib (HR 0,66; IC 95%: 0,50-0,87).
  • Tasso di controllo di malattia: in un’analisi esplorativa, l’associazione è stata correlata a un tasso di controllo della malattia (che includeva risposta completa, risposta parziale e malattia stabile) dell’88,2% rispetto al 69,9% con sunitinib.
  • Risposta completa (CR): il tasso di CR, anch’esso esplorativo, per nivolumab in associazione con cabozantinib è stato del 9,3% rispetto al 4,3% con sunitinib.
  • Interruzioni a causa di eventi avversi correlati al trattamento (TRAE): tra i pazienti trattati con nivolumab e cabozantinib, il 6,6% ha interrotto entrambi i farmaci a causa di TRAE, il 9,7% ha interrotto solo nivolumab e il 7,2% solo cabozantinib.

In un’analisi esplorativa per sottogruppo di 75 pazienti con caratteristiche sarcomatoidi, l’associazione di nivolumab e cabozantinib ha mostrato beneficio in questa popolazione tipicamente associata a prognosi sfavorevole, riducendo il rischio di morte del 64% rispetto a sunitinib (HR 0,36; IC 95%: 0,17-0,79) e dimostrando superiorità in termini di PFS (10,3 mesi vs 4,2 mesi) e ORR (55,9% vs 22,0%).

Abstract #285

Patient-reported outcomes of patients with advanced renal cell carcinoma (aRCC) treated with first-line nivolumab plus cabozantinib versus sunitinib: the CheckMate -9ER trial (Cella, et al.)3

In un’analisi distinta dello studio CheckMate -9ER condotta a un follow-up mediano di 18,1 mesi, i pazienti trattati con l’associazione di nivolumab e cabozantinib hanno riportato benefici statisticamente significativi sulla qualità di vita correlata allo stato di salute. Il trattamento con nivolumab in associazione con cabozantinib è stato associato a un più basso carico del trattamento, a una diminuzione del rischio di deterioramento e una riduzione dei sintomi legati alla malattia, rispetto a sunitinib. Questi outcome esplorativi sono stati misurati utilizzando il Functional Assessment of Cancer Therapy Kidney Symptom Index-19 (FKSI-19), uno strumento specifico per misurare la qualità di vita in pazienti con tumore del rene, ed il questionario EQ-5D-3L.

Esiste un continuo bisogno di nuove terapie che mostrino un beneficio in diversi sottogruppi di pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato”, ha spiegato Robert Motzer, M.D., Kidney Cancer Section Head, Genitourinary Oncology Service, e Jack and Dorothy Byrne Chair in Clinical Oncology, Memorial Sloan Kettering Cancer Center. “Nello studio CheckMate -9ER, nivolumab in associazione con cabozantinib ha raddoppiato la sopravvivenza libera da progressione, ha aumentato la sopravvivenza globale e il tasso di risposta e, in un’analisi esplorativa, ha dimostrato un notevole controllo della malattia, e questi promettenti risultati di efficacia si sono stati mantenuti con l’estensione del follow-up. È inoltre degno di nota che i pazienti in questo studio hanno riportato miglioramenti significativi della qualità di vita, aspetto importante per i pazienti trattati per questa patologia impegnativa”.

Se con l’avanzamento nei trattamenti per il tumore del rene si sono trasformati gli outcome dei pazienti, gli obiettivi della terapia si sono ampliati da un prolungamento della sopravvivenza ad una migliore qualità di vita”, ha affermato la dott.ssa Cristina Suárez, Medical Oncologist al Vall d´Hebron University Hospital, Barcellona (Spagna), e sperimentatore principale dello studio di Fase 3 CheckMate -9ER. “Le analisi aggiuntive presentate all’ASCO GU suggeriscono che i medici che trattano le persone che convivono con un carcinoma a cellule renali avanzato possono considerare questa associazione fin dalla diagnosi come opzione di prima linea, per migliorare gli outcome dei pazienti e ridurre significativamente il rischio di deterioramento dei punteggi di qualità di vita correlata allo stato di salute”.

Questi ulteriori dati dello studio CheckMate -9ER offrono una forte evidenza che nivolumab in associazione con cabozantinib può aiutare i pazienti ad ottenere e mantenere il controllo della loro malattia”, ha dichiarato Dana Walker, M.D., M.S.C.E., vice president, development program lead, genitourinary cancers, Bristol Myers Squibb. “Questo regime di trattamento unisce due farmaci già comprovati nel carcinoma a cellule renali avanzato, e noi crediamo che giocherà un ruolo importante accanto ad altre opzioni di trattamento di prima linea. Con le varie associazioni a base di nivolumab, in una vasta gamma di tipologie tumorali, guardiamo avanti per costruire, sulla nostra eredità, il potenziale di trasformazione degli outcome di molti pazienti”.

Siamo felici di condividere questi risultati positivi all’ASCO GU, ampliando la crescente mole di dati per l’uso di cabozantinib nel setting di prima e seconda linea. Questi dati supportano ulteriormente l’importanza della ricerca sui risultati che interessano direttamente i pazienti”, ha dichiarato il prof. Steven Hildemann, Executive Vice President, Chief Medical Officer, Head of Global Medical Affairs and Patient Safety, Ipsen. “La validazione delle variazioni di tipo II sottomesse all’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) per cabozantinib in associazione con nivolumab lo scorso anno ha portato questo nuovo regime di associazione ancora più vicino alla popolazione di pazienti con tumore del rene avanzato non precedentemente trattato. Malgrado i recenti progressi, questi pazienti ancora necessitano di nuove opzioni terapeutiche che estendano la sopravvivenza e migliorino la qualità di vita”.

Nivolumab in associazione con cabozantinib è stato approvato per il trattamento di prima linea del carcinoma a cellule renali avanzato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense a gennaio 2021, ed ulteriori richieste di approvazione sono in revisione da parte di altre autorità regolatorie nel resto del mondo.
Bristol Myers Squibb e Ipsen ringraziano i pazienti e gli sperimentatori coinvolti nello studio clinico CheckMate -9ER.

Lo studio CheckMate -9ER

CheckMate -9ER è uno studio in aperto, randomizzato, multicentrico, di fase 3, che valuta pazienti con carcinoma a cellule renali (RCC) avanzato o metastatico non precedentemente trattato.

In totale, 651 pazienti (23% a rischio favorevole, 58% a rischio intermedio, 20% a rischio sfavorevole; 25% PD-L1≥1%) sono stati randomizzati a ricevere nivolumab più cabozantinib (n=323) vs. sunitinib (n=328). L’endpoint primario è la sopravvivenza libera da progressione (PFS). Endpoint secondari includono la sopravvivenza globale (OS) e il tasso di risposta obiettiva (ORR). L’analisi primaria di efficacia confronta la duplice associazione rispetto a sunitinib in tutti i pazienti randomizzati. Lo studio è sponsorizzato da Bristol Myers Squibb e Ono Pharmaceutical Co e co-finanziato da Exelixis, Ipsen e Takeda Pharmaceutical Company Limited.

Il carcinoma a cellule renali

Il carcinoma a cellule renali (RCC) è il più comune tipo di tumore del rene negli adulti, responsabile ogni anno di oltre 179.000 morti nel mondo.4,5 Il carcinoma a cellule renali è circa due volte più comune negli uomini che nelle donne, con i più alti tassi di malattia in Nord America e in Europa.5
Il tasso di sopravvivenza a cinque anni nei pazienti con diagnosi di tumore del rene metastatico o avanzato è del 13%.6

Bristol Myers Squibb: creare un futuro migliore per i pazienti con cancro­

Bristol Myers Squibb è ispirata da un’unica visione: trasformare la vita delle persone attraverso la scienza. L’obiettivo della ricerca oncologica di Bristol Myers Squibb è rendere disponibili farmaci che offrano ad ogni paziente una vita migliore e più sana e rendere la cura una possibilità. Forti dell’esperienza ereditata nel trattamento di diverse tipologie di tumore che hanno cambiato l’aspettativa di sopravvivenza per molti pazienti, la ricerca di Bristol Myers Squibb sta esplorando nuove frontiere nella medicina personalizzata e, attraverso innovative piattaforme digitali, sta affinando le conoscenze per essere sempre più focalizzata sui propri obiettivi. La profonda esperienza scientifica, le capacità all’avanguardia e le piattaforme di ricerca permettono a Bristol Myers Squibb di osservare il cancro da ogni angolazione. Il tumore può avere un forte impatto su molti aspetti della vita di un paziente e Bristol Myers Squibb si impegna a intraprendere azioni per affrontare ogni aspetto della cura, dalla diagnosi alla sopravvivenza. Da azienda leader nella cura del cancro, Bristol Myers Squibb sta lavorando affinché tutti i pazienti con cancro possano avere un futuro migliore.

Nivolumab

Nivolumab è un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, che è stato progettato per potenziare il nostro sistema immunitario al fine di ristabilire la risposta immunitaria anti-tumorale. Rinforzando il nostro sistema immunitario contro il cancro, nivolumab è divenuto un’importante opzione di trattamento per molti tipi di tumore.

Il programma globale di sviluppo di nivolumab si basa sulle conoscenze scientifiche di Bristol Myers Squibb nel campo dell’immuno-oncologia e include un’ampia gamma di studi clinici, in tutte le fasi della sperimentazione, compresa la fase 3, in molti tipi di tumori. Ad oggi, nel programma di sviluppo clinico di nivolumab sono stati arruolati più di 35.000 pazienti. Gli studi clinici con nivolumab hanno contribuito ad approfondire le conoscenze sul potenziale ruolo dei biomarcatori nella cura dei pazienti, in particolare nel modo in cui essi possano beneficiare di nivolumab trasversalmente ai livelli di espressione di PD-L1.

A luglio 2014, nivolumab è stato il primo inibitore del checkpoint immunitario PD-1 al mondo ad aver ottenuto l’approvazione dalle Autorità Regolatorie. Attualmente è approvato in più di 65 Paesi, inclusi gli Stati Uniti, l’Unione Europea, il Giappone e la Cina. A ottobre 2015, la combinazione di nivolumab e ipilimumab è stato il primo regime in campo immuno-oncologico a ricevere l’approvazione dalle Autorità Regolatorie per il trattamento del melanoma metastatico ed è attualmente approvata in più di 50 Paesi, inclusi gli Stati Uniti e l’Unione Europea.

Cabozantinib

Cabozantinib è attualmente approvato in 54 Paesi, compresi gli Stati Membri dell’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Norvegia, l’Islanda, l’Australia, la Svizzera, la Corea del Sud, il Canada, il Brasile, Taiwan, Hong Kong, Singapore, Macau, la Giordania, il Libano, la Federazione Russa, l’Ucraina, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita, la Serbia, Israele, il Messico, il Cile, Panama e la Nuova Zelanda per il trattamento del RCC avanzato negli adulti precedentemente trattati con terapia contro il fattore di crescita dell’endotelio vascolare VEGF; negli Stati Membri dell’Unione Europea, il Regno Unito, la Norvegia, l’Islanda, il Canada, l’Australia, il Brasile, Taiwan, Hong Kong, Singapore, la Giordania, la Federazione Russa, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita, Israele, il Messico, il Cile, Panama e Nuova Zelanda per il trattamento del RCC avanzato in adulti naïve al trattamento a rischio “intermediate-poor”; e negli Stati Membri dell’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Norvegia, l’Islanda, il Canada, l’Australia, la Svizzera, l’Arabia Saudita, la Serbia, Israele, Taiwan, Hong Kong, la Corea del Sud, Singapore, la Giordania, la Federazione Russa, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti, l’Ucraina, il Libano e Panama per HCC negli adulti precedentemente trattati con sorafenib.

La collaborazione tra Bristol Myers Squibb e Ono Pharmaceutical

Nel 2011, grazie a un accordo di collaborazione con Ono Pharmaceutical Co., Bristol Myers Squibb ha esteso i diritti di sviluppo e commercializzazione di nivolumab in tutto il mondo esclusi Giappone, Corea del Sud e Taiwan, dove Ono mantiene tutti i diritti sul farmaco. Il 23 luglio 2014, Bristol Myers Squibb e Ono hanno ulteriormente ampliato l’accordo di collaborazione strategica per sviluppare e commercializzare congiuntamente molteplici immunoterapie – sia come singoli farmaci che come regimi di combinazione – per il trattamento dei pazienti con cancro in Giappone, Corea del Sud e Taiwan.

Bristol Myers Squibb

Bristol Myers Squibb è un’azienda bio-farmaceutica globale, la cui mission è scoprire, sviluppare e rendere disponibili farmaci innovativi che aiutino i pazienti a combattere gravi malattie. Maggiori informazioni sono disponibili sui siti www.bms.com e www.bms.it o su Linkedin, Twitter, YouTube, Facebook e Instagram.
Celgene e Juno Therapeutics sono sussidiari di Bristol Myers Squibb, che ne detiene la titolarità. In alcuni Paesi fuori dagli Stati Uniti, secondo le legislazioni locali, Celgene e JunoTherapeutics sono considerate compagnie di Bristol Myers Squibb.

Ipsen

Ipsen è un’azienda biofarmaceutica specializzata nell’innovazione e nelle cure specialistiche.
Il Gruppo sviluppa e commercializza medicinali innovativi in tre principali aree terapeutiche: Oncologia, Neuroscienze e Malattie Rare; ed è inoltre presente nel settore Consumer Healthcare.
Con un fatturato di più di 2.5 miliardi di euro nel 2019, Ipsen commercializza più di 20 farmaci in oltre 115 Paesi, con una presenza commerciale diretta in più di 30 Paesi. Il Settore R&D è focalizzato sull’utilizzo di piattaforme tecnologiche innovative e differenziate presenti all’interno dei maggiori centri biotecnologici e di life sciences (Paris-Saclay, France; Oxford, UK; Cambridge, U.S.).
Il Gruppo impiega circa 5.700 dipendenti a livello globale.
Ipsen è quotata a Parigi (Euronext: IPN) e negli Stati Uniti attraverso uno Sponsored Level I American Depositary Receipt program (ADR: IPSEY). Per maggiori informazioni www.ipsen.com

Per informazioni
Giovanni Asta
Head of Institutional Affairs, Patient Advocacy & Communication
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+39 335 744 0 734

Ufficio stampa
Intermedia
3351892975 – 335265394
intermedia@intermedianews.it

Bibliografia

  1. ASCO Meetings. Attend | Genitourinary Cancers Symposium. Last accessed: January 2021. Available from: https://meetings.asco.org/gu/attend
  2. Motzer et al., ASCO-GU 2021. Nivolumab + cabozantinib (NIVO+CABO) vs sunitinib (SUN) as first-line therapy for advanced renal cell carcinoma (aRCC): extended follow-up and outcomes in the sarcomatoid subgroup of CheckMate 9ER.
  3. Cella et al., ASCO-GU 2021. Patient-reported outcomes (PROs) of patients (pts) with advanced renal cell carcinoma (aRCC) treated with first-line (1L) nivolumab plus cabozantinib (NIVO+CABO) vs sunitinib (SUN): the randomized phase 3 CheckMate 9ER trial.
  4. Infographic: Kidney Cancer. Mayo Clinic. Last accessed: January 2021. Available from: https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/kidney-cancer/multimedia/kidney-cancer-infographic/ifg-20441505
  5. Kidney Cancer Factsheet. GLOBOCAN 2020. Last accessed: January 2021. Available from: https://gco.iarc.fr/today/data/factsheets/cancers/29-Kidney-fact-sheet.pdf
  6. Survival rates for kidney cancer. American Cancer Society. Last accessed: January 2021. Available from: https://www.cancer.org/cancer/kidney-cancer/detection-diagnosis-staging/survival-rates.html.
  7. Orlin, I et al. Renal cell carcinomas epidemiology in the era of widespread imaging. Journal of Clinical Oncology. 2019; 37:15. DOI: https://doi.org/10.1200/JCO.2019.37.15_suppl.e1308.

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